Quando il crollo della routine e il dissolversi dei sogni creano dei mostri, per combatterli è necessario scoprirne il nascondiglio, rinunciando alle certezze e sapendosi guardare allo specchio…

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PRESENTAZIONE

ISBN Libro: 9791222810652
Edizione: 1
Anno Pubblicazione: 2025
Formato: 15×23

Foliazione: 148
Copertina: morbida
Interno: bianconero
€: 15,00


Cara Lettrice, Caro Lettore…
…l’esagerata discrezione che mi distingue, avrebbe saggiamente suggerito di sorvolare sulla redazione di queste note introduttive che potrebbero essere intese come una sorta di autopromozione o di autoassoluzione, entrambe non richieste.

In questo caso, però, a sfregio della mia volontà di scrittore (e, credo, anche della vostra di lettori), temo sia necessario fornire alcuni strumenti a chiarimento di un testo (quello che avete tra le mani) che in più punti io stesso trovo di non particolare limpidezza. Offro questo piccolo servizio suppletivo, naturalmente, nella speranza di non urtare sensibilità e non offendere intelligenze che suppongo già paghe del sottotitolo “un’ironica storia disperata” inteso come chiave di lettura.

Per cominciare, può esservi utile sapere (soprattutto per potermi perdonare in seguito alla lettura) che questo è il mio primo libro scritto senza ricorrere alla numerologia, alla mia ʿIlm al-ḥurūf[1] rivisitata in chiave occidentale e, ancora più importante, all’ausilio della mia produzione fotografica travestita da “musa ispiratrice”[2]: qui la parola scaturisce direttamente dal pensiero, spesso acceso da un’esperienza che non deve assolutamente essere confusa con l’autobiografia. Non del tutto, almeno.

Se, infatti, le vicissitudini narrate fossero frutto di reali esperienze (mie o di altri), avremmo sotto gli occhi l’immagine di un mondo ancora più impasticciato nella melma della follia di quanto non stia già dimostrando nella realtà degli ultimi tempi.

Un romanzo di pura fantasia, quindi? Fuochino! Non c’è opera letteraria che possa generarsi totalmente dal sogno. Probabilmente per questo, dunque, sono stato costretto a spingermi più in là, attingendo a piene mani alla dimensione dell’incubo!

Un romanzo senza significati, dunque? Certamente sì, ma solo se non riuscirete a trovarne: e di questo mi assumerò ogni responsabilità!

Il mio consiglio, però, è quello di fare uno sforzo, in particolare per riconoscere la Realtà Fantastica quando si va a confondere con la Fantasia Reale, o quando il Bene assume le forme del Male per contrastare il Male sotto forma di Bene. O quando cerchiamo negli altri il maligno che è in noi, rifiutando di analizzare a fondo la nostra immagine riflessa, opponendo senza via di scampo la certezza al dubbio.

Ad ogni buon conto e in qualunque modo lo vogliate vedere, senza alcuna intenzione di gridare al miracolo o alla stregoneria, né – tantomeno – di minimizzare le mie storture, posso ragionevolmente affermare con chiarezza e cognizione di causa: questo libro si è scritto da sé!

Intendo dire che dopo avere intrecciato un canavaccio fumoso quanto un girone infernale con dieci dita e una tastiera, la narrazione si è andata costruendo in piena autonomia, montando ogni sua parte su quella precedente, nata a sua volta da un fluire delle parole naturale e quasi anarchico.

Questa storia si è dunque autogenerata, utilizzando a man bassa qualche frammento di vita vissuta e soprattutto montando attorno a personaggi tratti da una realtà immaginaria i tasselli di un puzzle completamente estraneo alla Verità, insieme a spudorati ma umilissimi richiami ad architetture, stili e linguaggi letterari di questo o quello tra i miei “centri di gravità permanente”, che, seppure io sia tutt’altro che conservatore, restano più o meno sempre gli stessi: Buzzati, Calvino, i Grimm, Kafka, King, Lansdale, Lovecraft e Poe, in ordine alfabetico e con buona pace di chi ho dimenticato. Il tutto condito con riferimenti scientifici palesemente “tarocchi” associati a pratiche mediche vistosamente illegali, cenni teologici di dubbia validità e spruzzate di citazioni – di varia provenienza e spessore – che spero vi divertirà riconoscere.

            Detto questo, arrivo all’ultima, doverosa e necessaria raccomandazione, la più importante: malgrado la narrazione in prima persona e l’evolversi dei fatti, vi sollevo dall’incombenza di preoccuparvi per me. Sto bene!

 L’Autore[3]

[1] “Scienza delle lettere”, pratica esoterica che si interessa della simbologia celata dietro le lettere dell’alfabeto arabo

[2] Cfr: “Mettiamo le carte in favola”, in “IO ERO L’ALBERO, TU IL CAVALLO” di Franco Passatore, Silvio De Stefanis, Ave Fontana e Flavia De Lucis (Guaraldi, Bologna, 1972), citato da Gianni Rodari in “GRAMMATICA DELLA FANTASIA” (Piccola Biblioteca Einaudi, Torino, 1973)

[3] Raffaele Corte (Roma, 1956) ha svolto l’attività di Educatore occupandosi in particolare dell’animazione di laboratori teatrali, di fotografia e di scrittura creativa. Dopo una lunga serie di esperienze in vari settori creativi – dal teatro di strada a quello di figura, dalla fotografia professionale al web design – nel 2012 approda alla prima pubblicazione cartacea Dietwald e gli altri, seguita nel 2015 dal romanzo Fantasmi in condominio, nel 2017 da Addio alla QZERTY e nel 2019 dal saggio Maschere in provetta. Gestisce in Rete i siti www.linguaggi.eu e www.raffaelecorte.com

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