• Una raccomandazione a Nichi Vendola sul “mondo cattolico”

Attenzione a non confondere il messaggio evangelico con il potere vaticano…

Al termine del primo congresso di SEL, mi sento di dover fare un appunto a quel Nichi Vendola che ammiro e stimo, e nel quale mi sento di riconoscere una buona parte di me stesso.

Anzi, è proprio alla ricerca di un rispecchiamento a tutto tondo che credo di doverlo criticare o, almeno, “richiamare”.

Nichi rilancia nuovamente, e con forza – come sa fare -, le sue idee per ridare una forma alla Sinistra, recuperare i valori che di questa devono essere salvati, valorizzati e rinforzati, buttare finalmente a mare gli orpelli e gli apparati fisici e – soprattutto – mentali che sono ormai fuori dal tempo e dalla realtà.

E tra questi ultimi, da credente, ma soprattutto da persona di buon senso, inserisce l’anticlericalismo, in nome della sua fede (che è anche la mia) e dell'”innamoramento per quel povero Cristo che finisce in croce”, come riportano i giornali.

E’ verissimo che non è più tempo per nessuno di erigersi a giudice di nessun altro o, peggio ancora, di condannare senza giudizio (come il purissimo Frattini pretende di fare nei confronti degli atei), e in questo senso abbattere l’anticlericalismo “tout court” è una necessità di civiltà e, in fondo, una dimostrazione di forza. Ma bisogna fare attenzione.

E’ pur sempre necessario valutare e soppesare. Il mio timore è che ci si avvicini alle elezioni più o meno prossime cominciando la pesca dei voti dei cattolici, quei cattolici – che sono la stragrande maggioranza – per i quali la fede coincide con le gerarchie vaticane e non con il Vangelo, dal quale queste gerarchie sono molto, troppo distanti. Da qui a spargere a piene mani favori e privilegi alla chiesa – come per esempio già fece il governo Prodi con le scuole private (quasi tutte vaticane) – il passo potrebbe essere breve e pericoloso.

Non spetta certo alla Sinistra “rieducare” il senso religioso degli italiani, non spetta certo alla Sinistra spiegare la differenza che intercorre tra un Ratzinger e un Ciotti e tra un Bagnasco e uno Zanotelli, preti – Ciotti e Zanotelli insieme a decine di altri che si muovono nell’ombra – verso i quali ogni forma di anticlericalismo sarebbe un crimine. E non spetta alla Sinistra spiegare ai cattolici italiani la sofferenza di sacerdoti che per avvicinarsi al Vangelo, ai diseredati, alla gente, dalle stesse gerarchie sono stati isolati, abbandonati, umiliati e cacciati, o rischiano di esserlo: i Mazzi, i Franzoni, i Barbero, i Santoro, i Farinella e tanti altri.

Ma attenzione, Nichi, a non avventurarci in un anti-anticlericalismo di facciata che rischierebbe di rovinare tutto, perché se è vero che non si deve essere anticlericali in quanto “di sinistra”, è anche vero che – proprio perché di sinistra – è nostro dovere puntare il dito e combattere il potere, la corruzione, l’affarismo, la sopraffazione, l’ingiustizia…

Specialmente quando si annidano in luoghi e tra persone che agiscono nel nome di quel “povero Cristo che finisce in croce”.

Buon lavoro

Raffaele Corte (2011)

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